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i nodi e le ancore... un laboratorio permanente
Gli sguardi sconfinati o sconfinanti non sono riferiti solamente a coloro i quali
per la prima volta si trovano ad osservare territori e realtà fino ad allora sconosciute.
In questo caso vogliono assumere un senso positivo, giacché esplorare la dimensione
della bellezza implica la nostra capacità di osservare, guardare diversamente
ciò che spesso registriamo in maniera distratta. L’esercizio dello sguardo,
che da consapevole diventa sconfinato e poi sconfinante, è un processo indispensabile
che acuisce la nostra sensibilità.
Quando lo sconfinamento riesce a restituire il frutto di questa elaborazione,
ciò che si rivela non è solo un percorso individuale, ma anche il desiderio e l’attuazione di un progetto comune. Bisogna trovare forme e spazi organizzativi permanenti
ove il “parlante” femminile non sia legato all’estemporaneità ma ad una programmazione
e attivazione di tutti gli strumenti e i percorsi utili che sviluppino e propongano
le giuste opportunità di incontro a dimostrazione di quanto al saper “parlare” corrisponda anche il “saper fare” delle donne.
Ragionare sul dolore, sull’emergenza, ricavandone un’opportunità; uno spazio mentale
e fisico per reinventare la tradizione o la storia culturale di ciascuna in una visione personale “parlante”, all’interno di quel meraviglioso mondo senza confini che è il mondo dell’arte a confronto con le realtà attive nell’ambito del consumo creativo e critico.
trame sconfinate...
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