Monotipi e Monotipìe di un luogo / Dalla fase iniziale di osservazione alla trasposizione di un sentire tradotto in parole, segni, immagini. Una traccia progettuale per ragionare su quei luoghi al limite dove è ancora possibile sottrarsi alla società del rumore, per riscoprire il vuoto come valore e pausa necessaria e riappropriarsi di una dimensione visiva e uditiva lontana dall’informità del troppo pieno.
Contributi testuali di Leonardo Sangiorgi > Studio Azzurro Produzioni / Carla Scorda > Studiocharlie.
Rubbettino Editore.
AMENDOLEA / Silvia Destito
Quando si intraprende un viaggio si inizia quasi sempre da una mappa geografica. Per capire dov’è il luogo da raggiungere. Per conoscere e ri-conoscere. La si consulta su carta, tenendola vicina ai libri che stai leggendo o attraverso le esplorazioni digitali. Durante il viaggio può accadere di ripiegarla, consultarla saltuariamente o decidere di non tenerne conto…perché, poi, accadono altre cose. Si mettono insieme, parole, segni e pensieri. Per misurare le distanze tra i luoghi, la distanza tra l’obiettivo stabilito e la realtà che si incontra. Sui luoghi la mappa si traccia e si ritraccia, disegnata dalla temperatura che il corpo sente fuori e dentro. Sentire è anche vedere ciò che si sottrae al tempo: Amendulìa è albero, serpente, corpo ciclico e metamorfico della natura. Con i suoi solchi, i suoi simboli. Potenza esplosiva in luce o quiete infida sotterranea: tronco, vitale oppure avaro sulla cui chioma, abbarbicate, comunità resistenti si dispongono a corona. […]
L’ORIZZONTE CALMO DEL SILENZIO / Leonardo Sangiorgi / Studio Azzurro Produzioni
“Non si deve chiedere che cosa significano i miti, perché i miti non significano, operano. Quando, a distanza, ne avvertiamo il senso, i miti si sono già allontanati e il loro posto è stato occupato dai segni che di volta in volta ordinano il nostro modo di vivere e di parlare”. Mi piace pensare a questo frammento di testo tratto dal libro “Paesaggi dell’anima” del filosofo Umberto Galimberti come a una sorta di prezioso indizio, per trovare un modo per accostarsi ad un luogo, ad un territorio e per viverne più profondamente la sua essenza e rintracciarne a partire da esso, la sua anima. In uno scenario come quello presente nel quale siamo pervasi e nutriti di segni che noi stessi produciamo come oggetti residuali di un operato irraggiungibile, mi piace pensare ad una sfida forse irraggiungibile: “É possibile come in un percorso a ritroso, come in una sorta di investigazione sulle tracce dell’anima, partire dai frammenti, dai residui, di un operato e raggiungere la percezione della sua origine, cioè del mito?” L’enunciazione di una sfida procura anche uno stato di ansia, probabilmente perché si usano ancora le parole in quanto segni della ragione, dalla quale è necessario distaccarsi per iniziare questo complesso ma nello stesso tempo emozionante ed emozionale, viaggio di ricerca. […]
PREMESSE / Carla Scorda / Studiocharlie
L’ansia da testimonianza non è uno stato d’animo per me accettabile, né può essere lo sfondo di qualunque tipo di ricerca o di progetto. La presunta oggettività sa di arbitrarietà. La lotta contro lo stereotipo, che parte dallo stereotipo per prenderne le distanze, è una battaglia persa. L’esaltazione degli aspetti positivi, demandando ad altri attori e ad altri contesti la riflessione su quelli negativi, insinua sospetto. Mi sono convinta del fatto che la cosa più difficile sia trovare delle buone premesse per parlare dei luoghi. Ho l’impressione che ragionare sulle premesse faccia chiarezza sugli strumenti da utilizzare lungo il percorso e contribuisca a delineare obiettivi raggiungibili, forse non assoluti, ma concreti. Credo poi che, alla fine, le premesse diventino esse stesse strumento e obiettivo, nel creare un sottofondo emotivo che dà coerenza all’intero cammino. La nostra mente, carica di esperienze, conoscenze, immagini e ricordi, filtra pesantemente il reale. Chi arriva dall’esterno per conoscere un luogo, non lo conoscerà mai fino in fondo. Chi dall’interno volesse raccontare il proprio territorio, non riuscirà mai a trasmettere nella sua totalità il suo sapere e il suo vissuto. Un visitatore non vedrà mai i luoghi allo stesso modo di un suo abitante, un abitante non vedrà mai i luoghi allo stesso modo di chi è partito ed è tornato, e quest’ultimo non vedrà mai i luoghi come li vede uno straniero che ne è diventato abitante. […]
AMENDOLEA / Silenzio Sonoro è un Laboratorio multidisciplinare curato dall’Associazione d’Acquaevento.
Promosso dal GAL Area Grecanica nell’ambito di un Programma di Iniziative di Arte Pubblica focalizzato sul versante jonico dell’Aspromonte meridionale.